La sinistra antioccidentale perde la testa per il Nobel a Machado

A sinistra in molti stanno riducendo il Nobel per la Pace a MCM ad un mero calcolo geopolitico americano, arrivando a definirlo “Il Nobel non a Trump, ma di Trump”. Ricomincia il Festival dell’ipocrisia rossa

Sì, è certamente vero che María Corina Machado ha richiesto l’aiuto militare americano per liberare il Venezuela da 26 anni di dittatura e che ha dedicato la vittoria del Nobel a The Donald. Il biondo della Casa Bianca – che nelle ultime settimane ha lanciato una guerra al narcotraffico del regime venezuelano – è infatti il miglior alleato della Machado.

E così noi – persone con un pizzico di sale in zucca e che sanno qualcosa del Venezuela, dettaglio chiaramente minore per i vari geni di AVS – siamo costretti a leggere le peggiori lagne dei peggiori terzomondisti accattoni.
Il Nobel non a Trump, ma di Trump
Almeno possiamo godere della bellissima e potente lettera di Machado post Nobel. Una lettera che restituisce al premio il suo senso originario: quello di riconoscere il coraggio civile, la coerenza morale e la fede incrollabile nella dignità umana. Il Nobel di Trump? No, il Nobel del coraggio.

Inutile poi ricordare che se la Machado fosse stata di sinistra e se Maduro fosse stato il cagnolino di Washington e non di Mosca e Pechino, oppure un dittatore con il braccio teso invece che la mano a pugnetto – l’unica differenza sostanziale tra lui e Mussolini – i vari fanatici di sinistra avrebbero fatto i botti di Capodanno alla notizia del Nobel.

Solito cortocircuito neuronale dei rossi. Come quando assassinarono il conservatore Charlie Kirk e nei peggiori circoli di sinistra (altro che bar di Caracas) si diceva che “Un omofobo che muore non è mai una brutta notizia“. Vabbè, come vuoi tu, ma potresti almeno non dirlo con addosso la maglietta del Che Guevara? Grazie.

Evidentemente a certi esponenti della sinistra radicale il Venezuela appare già libero, ma con milioni di espatriati e morti di fame a causa di un complotto americano. Chissà come fanno allora i capi del regime a girare in Ferrari… Ah, giusto: Il tesoro sporco di Maduro: oro giallo, oro nero e cocaina al servizio del regime.

Ma se per una parte della sinistra italiana la democrazia e l’autodeterminazione dei popoli vanno bene solo se compatibili con la loro ideologia (o in funzione antioccidentale), c’è anche chi ha l’audacia di restare vero.

Bisogna infatti fare i complimenti a Roberto Saviano, un intellettuale onesto, che ha elogiato Machado e prontamente smentito la bufala del: “Nuuuoooo gli ammericani vogliono distrugggere la social-comunista-utopica-bellissima-marxista favola del Venezuela” nel suo ultimo video.

Lo condivido molto volentieri perché ho infinita stima di Saviano, nonostante la generale diversità di vedute:

P.S. Libertà per il Venezuela, la Palestina e tutti i popoli oppressi!

Leonardo Alfatti Appetiti

Leonardo Alfatti Appetiti

Classe 97, giornalista pubblicista, innamorato di un Paese che probabilmente non potrà mai visitare, odia chi scrive di sé in terza persona.