Gina Saraceni presenta Adriatico al FLA di Pescara

Domenica 12 novembre al Festival di Libri e Altrecose tenutosi a Pescara, la poetessa abruzzese-venezuelana Gina Saraceni ha presentato il suo libro Adriatico in compagnia dell’ex ambasciatore italiano in Venezuela, Silvio Mignano, traduttore del libro, e Simone di Biasio, poeta italiano.

Adriatico è un magnifico libro di poesie sull’appartenenza a due lingue e due mondi, sospesi tra il Mar Adriatico, terra d’origine del padre di Saraceni, e il Mar dei Caraibi, la sua terra natia.

Il libro è introdotto da una citazione a Cesare Pavese:

Un Paese ci vuole, non fosse per il gusto di andarsene via. Un Paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo che, anche quando non ci sei, resta ad aspettarti.

che dà subito il senso dell’opera, pensata dall’autrice nel 2021 quando viveva (e vive tuttora) a Bogotà, in Colombia. Al pubblico del festival racconta di come per la prima volta si fosse ritrovata veramente all’estero, in una Terra che non era né il suo Venezuela né la sua Italia. Adriatico è così un tentativo di fare una sintesi tra le due appartenenze e le due lingue, che ad ogni sfogliata del libro si uniscono fisicamente con la versione spagnola originale a sinistra e la traduzione italiana sulla destra. Adriatico mostra come il mare della poesia può diventare, attraverso la lingua e la scrittura, un luogo di appartenenza per chi di mari ne ha due. Un luogo di memoria dove si deposita e si trasforma l’eredità e dove si riesce, se non a sconfiggere il tempo, a trovare il modo di rinnovarlo e mantenere vive le radici e gli affetti.Adriatico, Gina Saraceni

Tra le tante, una delle poesie più belle è senza dubbio La Guaira:

Mio padre andò lontano a pescare. Così lontano che attraversò l’Atlantico. Non conosceva la lingua del tropico, che incenerisce tutto ciò che nomina; nemmeno i pellicani, l’uva di spiaggia, i cocchi che sono diventati paesaggio e appartenenza. Lontano dalla sua terra, imparò ad aspettare nella luce. Pescava nell’acqua di un’altra lingua sgombri, ombrine, cernie, dentici, gli stessi pesci che alzava con il suo amo dal molo lontano di San Vito. Il mare era altro mare e mio padre lo stesso uomo che andò a pescare lontano.

Poesia brillantemente commentata da Mignano: “Non importa quando si sia partiti e in quale direzione, perché il mare è lo stesso, ci dice Gina Saraceni in queste splendide poesie. Ed ecco allora il padre che pesca in Venezuela i pesci che aveva conosciuto nella sua gioventù italiana. La nostra ragione obietta che non è così, che le specie ittiche dell’Adriatico e dei Caraibi sono diverse, ma l’immaginazione, la memoria, la proiezione della nostra mente verso un futuro fatto anche di possibili ritorni insinuano che non è impossibile immergere l’amo nelle acque tropicali e tirarlo su, accanto a un trabocco, con “sgombri, ombrine, cernie, dentici” agganciati e grondanti stille di rugiada densa di sale, “gli stessi pesci che alzava / con il suo amo / dal molo lontano di San Vito.Foto tratta da Adriatico di Gina Saraceni

La versione in lingua italiana ha poi un vantaggio non da poco. Nel corso del libro sono presenti delle fotografie slegate dalle poesie, che hanno una loro storia e ci mostrano un mondo antico, un Abruzzo e un Venezuela forse scomparsi, forse in via d’estinzione, forse mai esistiti. Personalmente, penso che Adriatico sia la miglior raccolta di poesie che trattano (anche) il tema dell’immigrazione italiana in America Latina.

Chi è Gina Saraceni, autrice di AdriaticoGina Saraceni

Gina Saraceni (Caracas, 1966) è una poetessa, critica, ricercatrice, docente universitaria e traduttrice. Laureata in lettere con un master in letteratura latino-americana e un dottorato presso l’Università Simón Bolívar de Caracas, è associata di Letteratura presso l’Università Pontificia di Bogotá, specialista in teoria critica e letteraria.

Leonardo Alfatti Appetiti

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