Agostino Codazzi, l’italiano che disegnò il Venezuela

La geografia è una scienza che ci insegna ad amare. Ci rivela le meraviglie del mondo in cui viviamo; ci offre l’avventura di percorrerlo e di apprezzarne i paesaggi. Ma la geografia degli Stati è qualcosa di più: un fattore identitario, di legittimazione politica. Lo sapevano bene i leader venezuelani che, dopo lo scioglimento della Gran Colombia, chiesero a un italiano, Agostino Codazzi, di elaborare la Geografia del Venezuela, la mappa sulla quale fondare la Repubblica Venezuelana (che trovò anche la sua bandiera).Agostino Codazzi

Formazione militare

Codazzi nacque a Lugo, in Emilia-Romagna, l’11 luglio 1793, una decina d’anni in anticipo sull’epoca delle guerre napoleoniche e di un’Europa nel caos più totale. Giovanissimo e figlio dei suoi tempi, si avviò alla vita militare, studiando matematica e artiglieria, fino ad ottenere il grado di Sottotenente e combattere, a soli 17 anni, proprio al servizio di Napoleone Bonaparte nelle sue ultime battaglie.

Primo viaggio in Sud America

Nel 1817, sicuro che la sua competenza militare sarebbe stata apprezzata, si imbarcò per il Sud America e si unì alla campagna di liberazione di Simón Bolívar, partecipando a diverse battaglie come gli assedi di Cartagena de Indias, Tolú de Omoa e Trujillo. Due anni dopo, al termine delle guerre d’indipendenza, decise di tornare in Italia, dove frequentò l’Accademia di Guerra di Pavia, dal 1823 al 1826.

Le prime mappe del Venezuela

Nel 1826 Codazzi tornò definitivamente in Sud America per inseguire una passione che coltivava da tempo: lo studio della geografia di quei Paesi. Nel 1827, a Bogotá, incontrò Simón Bolívar e lo accompagnò nel suo ultimo viaggio in Venezuela, dove conobbe il rivoluzionario José Antonio Páez, che gli commissionò le misurazioni topografiche della regione di Zulia.

Nel 1831, con la fine della Gran Colombia, Páez venne nominato Presidente della Repubblica del Venezuela. Quando gli furono presentate le mappe della zona di Maracaibo (Zulia), Páez, molto impressionato, commissionò a Codazzi di redigere tutta la cartografia del Paese. Solo nel 1838 Codazzi riuscì a completare l’impresa e consegnare al governo le sue due opere fondamentali: il “Sommario della geografia del Venezuela” e la “Carta fisica e politica della Repubblica del Venezuela“.Mapa-Fisico-y-Politico-De-La-Republica-De-Venezuela

Codazzi “politico” e in esilio

Come riconoscimento per il suo straordinario lavoro, Codazzi venne nominato governatore dello stato di Barinas nel 1845, incarico a cui dovette però presto rinunciare. Nel 1848 accompagnò Páez nella rivolta che quest’ultimo promosse contro il nuovo Presidente José Tadeo Monagas. Il golpe non ebbe successo e Codazzi non poté che andare in esilio in Colombia, inviando la moglie e i figli sull’isola di Aruba.

Codazzi in Colombia

Nel 1850 il governo colombiano affidò a Codazzi studi simili a quelli da lui già condotti in Venezuela. Da allora in poi si occupò solo dell’esplorazione dei territori amazzonici e andini della Colombia e dell’Ecuador, di cui pubblicò un’opera di 600 pagine. Tuttavia, nelle insalubri foreste della cordigliera andina, contrasse la malaria e morì nel paesino di Espíritu Santo il 7 febbraio 1859, non riuscendo a completare l’opera.Francobollo a memoria di Agostino Codazzi

Codazzi oggi

A distanza di oltre 150 anni dalla sua morte, la figura di Agostino Codazzi (ribattezzato “Agustín”) è ancora celebrata in Venezuela come quella di un eroe. Il Paese gli ha tributato i più grandi onori: strade, piazze, scuole, monumenti e, dal 1942, le sue spoglie riposano nel Pantheon Nazionale di Caracas.

Per quanto riguarda l’italianità in Venezuela, a Codazzi è intitolato il Colegio Agustín Codazzi, la principale scuola italiana di Caracas, fondata nel 1951 da emigrati italiani in Venezuela e riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri italiano.

Leonardo Alfatti Appetiti

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