Ogni venezuelano, e forse ogni italiano, ha sentito almeno una volta che “Il Venezuela ha le donne più belle del mondo!“, frase di solito accompagnata da un commento sul meticciato e sull’insolito corredo genetico dato dalla colonizzazione e dall’immigrazione europea e africana. Si pensa che sia proprio in questo Paese che la bellezza femminile raggiunge la sua massima espressione e questo credo è entrato a far parte dell’identità nazionale venezuelana. (EL MITO DE LA BELLEZA. UNA EXPLORACIÓN AL INCONSCIENTE COLECTIVO DEL VENEZOLANO della studiosa Zoila Rosa Amaya)
Se la scienza dice che si tratta di un’affermazione falsa, un mito, ci sono però una serie di fattori culturali di matrice maschilista che impongono alle donne venezuelane canoni estetici ancora più rigidi che altrove e rendono la frase, quasi, vera.
Come nasce il mito della bellezza venezuelana?
Come molti altri miti, anche questo si basa su un fenomeno reale, che va però interpretato: il Venezuela è il Paese con il maggior numero di vittorie nei concorsi di bellezza. Tra questi premi ci sono 13 corone di “Miss Mondo” e “Miss Universo”, i due più prestigiosi concorsi globali. Questo è stato possibile in quanto in Venezuela l’oggettivazione delle donne e il culto della bellezza vengono sviluppati coscientemente a livello istituzionale.
L’esempio più evidente è quello di “Miss Venezuela”, il centro di gravità di questo culto della bellezza. Concorrenti ventenni, solitamente plasmate dalla chirurgia plastica, la cui ambizione è quella di ricevere il titolo di donna più bella del Paese.
È un fenomeno comune, ma il problema particolare nel caso venezuelano è che i concorsi di bellezza fanno parte di una vera e propria sottocultura ossessionata dalla bellezza femminile. In termini di numeri e attenzione mediatica, la “Miss Venezuela” sarebbe l’equivalente venezuelano della Champions League, un evento che ogni anno muove milioni di dollari, sia in pubblicità che in pubblico.
Un mito ben noto anche in Italia
Come in molti altri Paesi, anche in Italia il successo di showgirl televisive ha contribuito alla diffusione e al rafforzamento dell’idea della bellezza venezuelana. Due esempi emblematici sono quelli di Aida Yéspica, modella di calendari senza veli e spalla di Teo Mammucari, e Ainett Stephens, la famosissima gatta nera del Mercante di Fiera.
Credenze e fattori che alimentano il mito
Eredità indigena e meticcia – La popolazione del Venezuela è una miscela di diverse etnie, tra cui indigeni, spagnoli, italiani e africani. Questa diversità genetica ha contribuito alla varietà di tratti fisici e alla bellezza delle donne. Le caratteristiche indigene, come gli occhi scuri e i capelli neri, si fondono con l’influenza europea, creando un mix affascinante nella narrazione.
Cultura del corpo e dell’immagine – In Venezuela, l’aspetto fisico è celebrato come da nessuna altra parte. Le donne si prendono cura di sé stesse, seguono diete sane e fanno esercizio fisico regolarmente. La bellezza è considerata un valore culturale e un segno di successo, il mezzo più veloce per farcela e ottenere potere nella società. Passaggio obbligatori i concorsi di bellezza che abbiamo citato prima.
Media nel mondo – I media locali e internazionali spesso esaltano la bellezza delle donne venezuelane (partendo dalle celebrità), alimentando lo stereotipo ed esercitando, inconsciamente, grande pressione sulle compaesane che non raggiungono certi “standard” estetici.