Slang Venezuelano, 10 parole ed espressioni uniche

Lo slang venezuelano è ricco di espressioni uniche e colorate che riflettono la cultura e la vivacità del Paese. Alejandro Liendo ha scritto un vero e proprio dizionario a riguardo, El Diccionario Venezolano, che è perfetto per chi vuole imparare a parlare come un local e ama viaggiare in Venezuela!

Ecco, intanto, alcune parole e frasi venezuelane di base per chi è alle prime armi:

Sale un ojo de la cara

Traduzione letterale: esce un occhio dalla faccia. Questa frase viene utilizzata per riferirsi a qualcosa che costa molto o che supera il budget e non può essere pagato.

Inoltre, l’origine di questa espressione deriva dalla conquista dell’Impero Inca. La frase viene attribuita a Diego de Almagro, che perse un occhio a causa di una freccia lanciata da un indio nel 1534, dopo aver conquistato la postazione nemica.

Almagro si lamentava spesso di quanto gli fosse costata la conquista e il suo ruolo di potere. Quasi identico al nostro costa un occhio della testa.

Te tengo en la salsa!

Traduzione letterale: ti ho nella salsa! In Italia i papà e le mamme tengono sott’occhio i figli, in Venezuela li tengono nella salsa! Il significato è identico, avvertire qualcuno di essere sotto supervisione, mettendolo in guardia dal fare qualcosa di sciocco.

Ratón

Traduzione letterale: topone. Stato di malessere fisico che si manifesta dopo aver bevuto. In pratica, i postumi di una sbornia.

Esiste anche il termine enratonado per la persona che subisce queste angherie (in Venezuela, con quasi ogni probabilità, a causa del rum)!

Bombita

Traduzione letterale: piccola bomba. Termine tipico del baseball (sport nazionale in Venezuela) che indica un campo dove la palla ha una velocità molto bassa, è morbida e quindi facile da colpire.

In Venezuela è molto comune tutti i giorni perché viene utilizzato per indicare situazioni facili da risolvere o raggiungere.

Mala leche

Traduzione letterale: latte cattivo. Non ha niente a che vedere con i latticini, si riferisce alla sfortuna.

Si usa per dire che qualcosa è andato storto o non come previsto. Ma si può utilizzare anche per esprimere indifferenza verso qualcosa o qualcuno che non interessa.

Mataburro

Traduzione letterale: uccidi-asino. È il modo divertente che i venezuelani usano per identificare il dizionario. Come in italiano, una persona poco istruita viene soprannominata “asino”.

E il dizionario, in senso figurato, sarebbe un’arma per eliminare quell’asino. Allo stesso modo, nei campi, le vespe sono chiamate mataburros per la loro puntura molto dolorosa che fa male agli animali. (Crediti: Berni Torre)

Matar Tigre

Traduzione letterale: uccidere tigre. Questo è il nome dato al tipo di lavoro rapido o a breve termine, che oggi potremmo chiamare freelance. Qualsiasi modo per guadagnare soldi velocemente è “uccidere una tigre” o “uccidere tigri”.

Si dice che provenisse dalle zone di pianura dove in passato la caccia era un lavoro comune e in molti si guadagnavano denaro cacciando le tigri per i proprietari terrieri.

Echar los perros

Traduzione letterale: gettare i cani. Si riferisce all’atto del corteggiamento, il tentativo di far innamorare un’altra persona attraverso parole e complimenti.

L’origine di questo modo di dire è la corrida. Anticamente, quando il toro non svolgeva il suo compito nel combattimento, il pubblico gridava “perros!” (“cani!”) affinché liberassero nell’arena un branco di canini che indispettissero il grande animale, facendolo scatenare. (Crediti: Linguis Trada)

El hijo de la panaderael hijo de la panadera

Traduzione letterale: il figlio della fornaia. Anche questo modo di dire deriva da un aneddoto storico. Nell’aprile del 1769, i funzionari della Corona Spagnola in Venezuela ricevettero un’insolita protesta da parte dei mantuanos (i bianchi nati in America e di famiglia aristocratica) perché non erano d’accordo con la nomina di un giovane blanco de orilla (bianco della riva = bianco, ma non aristocratico) a Ufficiale della Milizia, portando come argomento la dubbia reputazione di questo giovane, semplicemente perché sua madre era una fornaia a Caracas.

Tuttavia, questo Ufficiale divenne il Generalissimo Francisco de Miranda (mica uno a caso, l’inventore della prima bandiera del Venezuela). Pertanto, questa espressione viene utilizzata in Venezuela per indicare che una persona viene esclusa da qualcosa (non sempre con successo!).

El papá de los helados

Traduzione letterale: il papà dei gelati. Questa popolare espressione venezuelana si riferisce a un “essere supremo” generoso e splendido. Proprio come i bambini vedono il loro papà quando arriva con il gelato in mano. Viene spesso utilizzata per lodare una persona che possiede molte capacità o che è al vertice di una gerarchia.

Nota: in Venezuela la figura paterna viene celebrata nel Día del Padre, giornata in cui i figli possono sdebitarsi dei tanti gelati che questo Essere Supremo ha portato.

P.S. Molte parole di uso comune in Venezuela sono di origine italiana! Per saperne di più: italianismi in Venezuela

Leonardo Alfatti Appetiti

Leonardo Alfatti Appetiti